L’arte dell’arrangiarsi. Certe volte, però, per eliminare le infiltrazioni d’acqua, non bastano imbuti, secchielli e canne. Anche se – e questo va riconosciuto – l’inventore di questo marchingegno meriterebbe un premio per la fantasia e l’originalità del proprio lavoro.
Il suo box, infatti, il cui soffitto è realizzato in lastre predalles, perdeva acqua (e forse continua ancora oggi). Dalle fessure nel manufatto, infatti, scendevano dei goccioloni che, raggiungendo il pavimento, rischiavano di allagare l’intero garage oltre che a rovinare il suo contenuto (vetture, biciclette, etc.).
E forse, non conoscendo l’efficacia testata delle resine idroreattive e idroespansive, ha pensato bene di fare da sé. Come? Armato di canne di gomma, imbuti e secchielli ha sviluppato una sorta di impiantino per far sì che l’acqua non si depositasse per terra. Ha così infilato gli imbuti nelle crepe, ha attaccato a ognuno una canna che ha poi posato all’interno dei catini. Un metodo che, sicuramente, ha tamponato il problema. Ma che non l’ha risolto. Anche perché l’infiltrazione d’acqua non è stata fermata. E i secchi, una volta pieni, andavano pure svuotati. Senza considerare il fatto che il box non poteva più accogliere né l’auto, né le eventuali scaffalature.
Se avesse conosciuto la tecnologia delle resine, che elimina definitivamente il problema delle infiltrazioni d’acqua in pochissimo tempo e senza opere di scavo, avrebbe potuto riutilizzare il box già dalla sera stessa dell’intervento. E si sarebbe risparmiato la scocciatura di svuotare i secchi una volta pieni. Certo è che ha avuto una grandissima fantasia!