Ecobonus e Superbonus che, lo scorso anno, hanno mobilitato quasi 24 miliardi di investimenti!
Le detrazioni fiscali hanno impresso una decisa accelerata ai risparmi energetici conseguiti in Italia durante l’anno 2021, secondo il percorso tracciato dal PNIEC (il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima).
Il 46% è stato infatti centrato grazie e soprattutto al contributo arrivato da Ecobonus e Superbonus che, lo scorso anno, hanno mobilitato quasi 24 miliardi di investimenti.
È questo il dato più importante che arriva dai due rapporti (Efficienza energetica e Detrazioni Fiscali) presentati dall’ENEA e dal suo presidente Gilberto Dialuce che ha aperto il consueto evento annuale, ospitato quest’anno dal Cnel, dopo i saluti del numero uno Tiziano Treu.
Numeri molto eloquenti, quindi, che, da un lato, evidenziano il ritorno evidente, sotto il profilo della riduzione del consumo di energia, garantito da tali misure, ma dall’altro suggeriscono l’esigenza, come è emerso ieri dal dibattito collegato alla presentazione dei due rapporti, di affiancare a questo tipo di risposte anche scelte di medio-lungo termine.
«L’efficienza energetica deve risultare al primo posto tra le politiche di settore»», ha rimarcato Dialuce non prima di aver ricordato come l’efficientamento «vada ancora spinto ai massimi livelli» anche in virtù dei target sempre più sfidanti imposti dall’Europa prima con il RepowerEu e poi con la nuova direttiva sull’efficienza energetica. Una direzione condivisa anche dal sottosegretario all’Ambiente e alla Sicurezza Energetica, Claudio Barbaro, che ha partecipato all’appuntamento in sostituzione del ministro Gilberto Pichetto, trattenuto a Bruxelles da impegni istituzionali, e che ha insistito molto sul contributo fornito ai target ambientali da questi strumenti. I quali, ha precisato, necessitano di «una manutenzione evolutiva» e vanno maggiormente legati, ha detto Alberto Gusmeroli, presidente della Commissione Attività produttive della Camera ed esponente della Lega, «a comportamenti in qualche modo virtuosi perché non possiamo più permetterci di fare politiche sono spot e non legate a un piano di efficientamento energetico di medio e lungo termine».
Serve quindi una strategia di lungo respiro, ma occorre anche la certezza del quadro normativo, come hanno sottolineato sia il numero uno dell’ARERA , Stefano Besseghini («la stabilità delle regole è sicuramente preferibile a strumenti che si portano dietro fasi di accelerazione improvvisa ma anche un significativo impatto in termini di costi») sia il presidente e ad di Acquirente Unico, Filippo Bubbico («dovremmo imparare a rendere stabili le politiche sulle quali assumiamo impegni nei contesti internazionali»), mentre Gaetano Mazzitelli, executive vice president Commercial, Asset Planning & Regulatory Affairs di Snam ha messo in fila le attività predisposte dal gruppo per aumentare la sicurezza energetica, ma ha ricordato anche il pacchetto di iniziative che, attraverso Renovit, la piattaforma avviata con Cdp, sono state pianificate sul fronte dell’efficienza energetica.
Un tassello, quest’ultimo, che ha il pregio, ha poi sottolineato la direttrice del dipartimento Efficienza energetica dell’Enea, Ilaria Bertini, «di aumentare la resilienza del nostro tessuto produttivo fatto soprattutto di Pmi».
Tornando ai numeri, i due rapporti, illustrati ieri da Alessandro Bertini del dipartimento Unità Efficienza Energetica di ENEA, offrono poi uno spaccato dei due meccanismi di detrazione fiscale più diffusi, a partire dall’ecobonus. Che, lo scorso anno, ha registrato un raddoppio degli interventi rispetto al 2020, superando la soglia del milione (1,04 milioni), con un risparmio complessivo di 2.652 gigawattora l’anno. In termini di investimenti, nel 2021 sono stati mobilitati circa 7,5 miliardi di euro (+126% rispetto all’anno prima), mentre l’asticella sale a circa 53 miliardi se si considerano tutti gli investimenti attivati dal 2007.
Quanto al superbonus, il cui andamento, come noto, viene aggiornato mensilmente dall’ENEA , il numero totale di cantieri aperti è stato pari a 95.718 con 16,2 miliardi di euro di investimenti ammessi.
Gli interventi hanno riguardato soprattutto edifici costituiti da una singola unità immobiliare (il 52,2%) e unità immobiliari funzionalmente indipendenti presenti all’interno di edifici condominiali (il 32,8%), mentre sul fronte degli investimenti sono i condomini a fare da principale traino (47,9%).
Guardando poi al 2022, in base alle ultime stime disponibili, al 30 novembre sono stati 340mila i cantieri aperti per oltre 58 miliardi di investimenti ammessi a detrazione.